Sono diventato logopedista dopo aver calcato palcoscenico e set per 15 anni. Mi occupo di disturbi legati a voce, articolazione, deglutizione e di problematiche di linguaggio nei bambini in età prescolare. Possiedo competenze in ambito posturologico, osteopatico, ortodontico, di didattica e tecnica vocale, di public speaking. Già insegnante al Master di Vocologia Clinica, sono docente in scuole di teatro e musical e presso l’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico.
Racconto di me
Sono convinto che una terapia logopedica si faccia sempre insieme. Che si tratti di una voce affaticata, di una difficoltà a pronunciare correttamente alcuni suoni, o di deglutire con la lingua che spinge in avanti come fanno i neonati, che si tratti di un adulto o di un bambino, la terapia si fa sempre in due. Non si tratta di imparare qualcosa di strano e difficile, ma solo di “lasciar riaffiorare il modo più economico di fare una certa azione”, come dice Moshe Feldenkrais.
La logopedia è una professione di cura. Ho scelto, durante gli anni della mia formazione, di approfondire esclusivamente gli ambiti di cura nei quali mi sentivo più a mio agio, e più facilmente si creava quel rapporto di empatia con la persona che avevo di fronte.
il primo -inevitabilmente, dopo 15 anni di professione attoriale- è la voce, che può affaticarsi per molte ragioni, perdendo la potenza e la qualità cui siamo abituati e generando difficoltà nelle svolgere al meglio il proprio lavoro, e spesso disagio emotivo. Ho una passione particolare per la cura della voce artistica, quella di attori e cantanti, ma mi trovo spesso a lavorare con voci professionali sottoposte a grandi stress vocali quali insegnanti, maestre, avvocati, guide turistiche, ed in generale persone costrette a lavorare immerse in un importante rumore di fondo, o altre condizioni sfavorevoli.
Il secondo è la deglutizione -avere una sorella ortodontista ha inevitabilmente “acceso” un interesse- che ha la caratteristica di esercitare grandi forze muscolari all’interno della bocca, aiutando o invece ostacolando il corretto bilanciamento muscolare oro-facciale, a seconda che abbia raggiunto o meno il corretto grado di sviluppo. Il lavoro logopedico facilita e potenzia quello ortodontico.
A questo si collega il terzo ambito del quale mi occupo, la correttezza, precisione, ed agilità articolatoria, a cominciare dal bambino e dall’adolescente, per arrivare al parlatore pubblico o all’artista. Spesso è impossibile raggiungere un risultato pienamente soddisfacente, se non è stato fatto parallelamente un buon lavoro ortodontico.
Quarto, ma non ultimo, il lavoro di costruzione del linguaggio nel bambino che frequenta la scuola materna, che fatica a pronunciare correttamente tutti i fonemi, o a concatenarli nel modo corretto, che è poco intellegibile, non riesce a costruire una frase ben strutturata, e spesso a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato.
Quando non lavoro, mi piace fare volontariato supportando il lavoro di ong italiane ed estere. Ho lavorato in Sicilia in un bene confiscato alla mafia, in Kenya e Nepal per il recupero dei bambini di strada e la loro istruzione, in Indonesia e Malesia per la salvaguardia dei fondali marini e della biodiversità.