Scegliere la vita è possibile se dalla vita si è stati scelti.
Cioé se si è potuto sperimentare dai primordi della coscienza un mondo buono che ci ha accolti.
Ad esso ci rimandiamo, nel ricordo o solo nella percezione ritrovata, ogni volta che la vita pare perdere di senso.
Essere toccati, nutriti, guidati alla interpretazione delle sensazioni corporee sin dalla nascita (sin dall’utero stesso), ci ha permesso di crescere, di aprirci alle cose e agli altri, di sviluppare le nostre potenzialità di base.
Attraverso l’abbraccio, nelle sensazioni orali dell’alimentazione, nel dispiegarsi di suoni e di immagini che qualificavano, ora dopo ora, il mondo che nostra madre ci mediava come luogo affidabile, da neonati abbiamo trovato un “senso per noi”.
La consapevolezza che l’essere in vita fosse una cosa buona, che noi fossimo buoni e meritevoli.
La cura che ci è stata data ha rappresentato la primordiale, ma pur sempre vitale, promessa di un’accettazione che il mondo stesso ci avrebbe offerto .
Per tutta la vita la percezione rimane lo strumento della donazione di senso che noi operiamo sul mondo, donazione dalla quale usciamo “giustificati”’ nel nostro continuare a vivere.
Il mondo diviene “sensato” perché a noi stessi, per primi, nostra madre ha dato “senso”, amandoci.